Sergio Bramini lo sfratto di Monza

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Se non ce l’ha fatta Sergio Bramini ad evitare lo sfratto, che speranze hai di non farti portare via la tua casa?

È il 2013.

Luglio, un caldo infernale sulla costa tirrenica. Ma nulla in confronto al vero inferno in cui si è trovata una donna di Livorno.

Tutto è cominciato nel 2007 con il mancato saldo di un prestito bancario.

Poi la donna paga ma la procedura non si ferma. Dopo sei anni c’è stato lo sfratto esecutivo.

È bastato il sassolino del mancato pagamento di 4mila euro a far rotolar giù l’incredibile valanga giudiziaria che a Livorno ha travolto una coppia di pensionati: nel 2011 è stato venduto all’asta il loro appartamento (valore 300mila euro).

Dopo due anni è stato annunciato lo sfratto definitivo, eseguito anche se l’anziana donna era stata ricoverata all’ospedale per i contraccolpi dello stress emotivo.

In realtà, è uno sguardo su quegli abissi di disperazione che nascono dalla moltiplicazione dei pignoramenti immobiliari ai tempi della crisi.

Qualche anno fa ha fatto scalpore il muratore siciliano di 64 anni che si è bruciato vivo dopo che l’avevano sbattuto fuori di casa per un debito di 10mila euro. Ma le tragedie annunciate sono una striscia senza fine: un sessantacinquenne pugliese, marito e moglie ultrasettantenni nella zona di Ascoli, un invalido romano mentre l’ufficiale giudiziario bussava al portone, una grandinata di casi nel Veneto e via elencando.

Persone che per la disperazione di non poter salvare la prima casa dai debiti ricorrono a gesti estremi.

Spesso accomunati da un identikit: pensionati o quasi, una vita di sacrifici per farsi la casa, poi tutto inghiottito nel gorgo dei soldi che non bastano più…

Per la famiglia l’apocalisse era inizia sei anni prima con un decreto ingiuntivo del tribunale di Firenze: colpa di un prestito bancario saldato solo in parte, l’intoppo arriva – anche per via di seri problemi di salute – quando restano da pagare 4mila euro, poi lievitati a 10mila con spese legali e interessi.

La valanga s’ingrossa con l’inserimento sia di Equitalia (ora Agenzia Entrate Riscossione) sia della banca che ha prestato i soldi per la casa.

I parenti, l’avvocato, gli amici nei primi tempi erano lì a tranquillizzare la coppia.

  • “Figuratevi se per 4000 euro vi portano via la casa”
  • “State tranquilli, non si possono portare via la prima casa”
  • “La prima casa non può essere toccata”

Bei consigli, ma la verità, come sai, è ben diversa…

E qualche mese più tardi i giornali titolavano così.

I consigli di amici e parenti fanno sempre piacere, ma ci sono volte in cui sarebbe meglio non fidarsi ciecamente di quello che dicono persone che di certo non vantano grande esperienza nel settore, anche se è proprio ciò che vorresti sentirti dire.

Lo stesso vale per alcuni (non tutti, per fortuna) avvocati a cui potresti rivolgerti.

La prima casa non è pignorabile, ti dicono… ma sarà vero?

Peccato che l’evidenza dei fatti sia sotto gli occhi di tutti anche se certi professionisti professano soluzioni e promettono cose impossibili.

Il fallimento di Sergio Bramini

È proprio di queste settimane il caso dell’imprenditore monzese salito suo malgrado agli onori della cronaca per essere stato sfrattato, pur vantando un credito di 4 milioni di euro nei confronti dello Stato.

Bramini aveva dichiarato fallimento nel 2011 per i troppi debiti contratti con le banche. Anche se la sua impresa era in salute, con un credito vantato di 4,23 milioni di euro nei confronti di società pubbliche.

Il fatturato mensile della sua società poteva raggiungere anche i 350mila euro al mese ma per più di cinque anni ha dovuto emettere fatture, e pagare l’Iva connessa, senza però riscuoterle.

A non pagare sono stati diversi Comuni con cui ha lavorato, in particolare il consorzio Ato Ragusa Ambiente che non ha saldato fatture per più di 2 milioni di euro. Costretto a lavorare dalla legge senza poter essere pagato per anni, poiché la sospensione della raccolta rifiuti è di fatto una interruzione di pubblico servizio, si è visto costretto ad accendere due mutui per 500mila euro su casa e uffici per fronteggiare le spese e i debiti.

Nel 2011 ha portato i libri della sua società in tribunale pur vantando un credito di 4 milioni di euro nei confronti dello Stato.

Per il suo caso si è mobilitato chiunque, soprattutto dopo che è finito in prima serata grazie ad un servizio delle Iene di Alessandro De Giuseppe.

Per il suo sfratto ingiusto, Bramini si è trasformato da caso mediatico a caso politico

Andrea Crippa, deputato della Lega, ad aprile 2018 aveva reso noto di aver spostato il suo domicilio parlamentare a casa. Una decisione presa bissando quanto intrapreso dal collega dei 5 Stelle Gianmarco Corbetta. Con questa manovra i due parlamentari volevano impedire il pignoramento dell’abitazione, deciso dal Tribunale fallimentare di Monza appellandosi all’articolo 68 della Costituzione che tutela l’inviolabilità del domicilio parlamentare

“Ogni intromissione da parte di terzi, che preveda perquisizioni, espropri o sequestri, dovrà essere soggetta a preventiva autorizzazione da parte della Camera dei Deputati, pena la lesione della libertà difesa dall’articolo 68 della Costituzione”.

Perfino entrambi i neo Vicepresidenti del Consigli dei Ministri, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, si erano interessati in prima persona al caso.

Era partita anche una colletta di solidarietà tra imprenditori per salvare la casa del povero Bramini.

La storia di Sergio Bramini, costretto a perdere la casa per colpa dello Stato, è apparsa su ogni giornale, quotidiano, tg e programma d’inchiesta per settimane.

Una folla di manifestanti presidiava addirittura la sua casa per difendere l’imprenditore dallo sfratto.

Le Iene si erano fatte portavoce del suo appello agli ex ministri Minniti, Padoan, Calenda e Madia, insieme all’ex primo ministro Gentiloni, con la speranza che sospendessero lo sloggio e cercassero una soluzione definitiva.

Ma tutti gli appelli al Governo sono caduti nel vuoto.

Lo sfratto definitivo di Sergio Bramini da casa sua

Il 18 maggio 2018 l’imprenditore fallito anche se vantava 4 milioni di euro di crediti dallo Stato, ha dovuto lasciare la sua abitazione con tutta la famiglia.

Dopo una giornata di speranze e di tensioni tra la folla che si era radunata e le forze dell’ordine in assetto antisommossa, la famiglia Bramini è dovuta sloggiare.

Abbandona la casa “a testa alta”, uscendo per l’ultima volta, tra gli applausi, dai cancelli dall’abitazione dove aveva vissuto per 27 anni.

Non entrerò nel merito di chi è la colpa di ciò che è accuduto, né di quello che si sarebbe potuto fare.

Non è ciò che ti deve interessare in questa sede.

Quello che devi ricordarti è che ogni volta che amici, parenti o avvocati ti dicono che la tua casa è al sicuro e non può essere pignorata… beh, stanno facendo un grossissimo errore!

Un errore che, se gli darai corda, potrebbe farti perdere la casa per meno di metà del suo valore, quando invece la sua vendita sarebbe potuta bastare per ripianare tutti i tuoi debiti.

In Italia ci sono dieci, cento, mille Bramini che ogni giorno vengono sistematicamente ignorati dai media e dalle istituzioni.

Puoi:

  1. avere tutte le ragioni del mondo;
  2. vantare tutti i crediti che vuoi;
  3. far scendere in campo la politica;
  4. chiedere aiuto ai media;
  5. far diventare il tuo un caso nazionale…

…ma se ti dicono che devi sloggiare, non c’è niente che tu possa fare!

Te ne devi andare.

Devi abbandonare quella casa dove forse conservi i tuoi ricordi più preziosi e se non lo fai di tua volontà ci pensano le forze dell’ordine a buttarti in strada, sotto gli occhi di vicini e curiosi che ti guardano e ti giudicano.

La verità è che se non ci è riuscito Bramini a fermare lo sfratto, con il supporto di tutto il mondo politico e mediatico alle spalle, che speranze hai tu, un onesto sconosciuto, di riuscirci?

Permettimi di essere brutalmente sincero e onesto.

La risposta è: NESSUNA.

Una volta che la tua casa è stata pignorata devi rassegnarti ad abbandonarla

MA…

La differenza sta tutta nel come lascerai la tua casa.

Puoi perderla all’asta, per meno di metà del suo valore, rimanendo coperto dai debiti.

Oppure puoi far si che il suo sacrificio valga a ripagare tutti i soldi che ancora devi ai tuoi creditori.

Perché perdere casa è brutto, lo so bene. Ma perderla all’asta per metà del suo valore, rimanendo pieno di debiti da pagare è molto, molto peggio.

Potrebbero pignorati anche parte dello stipendio o potrebbero rivalersi sulla casa di chi ti ha fatto da garante.

Non vuoi essere costretto a vedere anche i tuoi genitori, tuoi garanti per il debito che hai contratto, subire la tua stessa sorte ed essere costretti a perdere la casa, vero?

Invece è proprio quello che rischi.

In questi casi vai incontro a quella che io chiamo “morte finanziaria”, cioè l’impossibilità di risollevarti dopo aver contratto un debito.

  • Ti servono soldi per riparare l’auto? Non ne avrai.
  • Ti serve un nuovo frigo? Non li avrai nemmeno per quello.
  • Un condizionatore per il caldo atroce dell’estate italiana? Nisba!

Sei veramente ancora disposto ad andare incontro a tutto questo nella speranza che nessuno ti porterà mai via la casa?

Dopo aver letto questo articolo spero che avrai capito come stanno VERAMENTE le cose in Italia.

La prima casa è a tutti gli effetti pignorabile. Quando questo succede, i creditori non guardano in faccia a nessuno per riprendere i loro soldi.

L’unica cosa che puoi fare è evitare di perderla per quattro spiccioli.

Facciamo in modo che la sua vendita sia sufficiente a ripianare TUTTI i tuoi debiti.

Ti stai chiedendo come questo è possibile?

Sono William Cappa lo specialista dello pignoramento della casa.

Se vuoi affidare i tuoi debiti ai più quotati esperti in Italia nel settore dello spignoramento, scarica subito il report Basta Debito scritto da William Cappa in persona e dopo averlo letto tutto contattaci per una consulenza gratuita.


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Se non ce l’ha fatta Sergio Bramini ad evitare lo sfratto, che speranze hai di non farti portare via la tua casa?

È il 2013.

Luglio, un caldo infernale sulla costa tirrenica. Ma nulla in confronto al vero inferno in cui si è trovata una donna di Livorno.

Tutto è cominciato nel 2007 con il mancato saldo di un prestito bancario.

Poi la donna paga ma la procedura non si ferma. Dopo sei anni c’è stato lo sfratto esecutivo.

È bastato il sassolino del mancato pagamento di 4mila euro a far rotolar giù l’incredibile valanga giudiziaria che a Livorno ha travolto una coppia di pensionati: nel 2011 è stato venduto all’asta il loro appartamento (valore 300mila euro).

Dopo due anni è stato annunciato lo sfratto definitivo, eseguito anche se l’anziana donna era stata ricoverata all’ospedale per i contraccolpi dello stress emotivo.

In realtà, è uno sguardo su quegli abissi di disperazione che nascono dalla moltiplicazione dei pignoramenti immobiliari ai tempi della crisi.

Qualche anno fa ha fatto scalpore il muratore siciliano di 64 anni che si è bruciato vivo dopo che l’avevano sbattuto fuori di casa per un debito di 10mila euro. Ma le tragedie annunciate sono una striscia senza fine: un sessantacinquenne pugliese, marito e moglie ultrasettantenni nella zona di Ascoli, un invalido romano mentre l’ufficiale giudiziario bussava al portone, una grandinata di casi nel Veneto e via elencando.

Persone che per la disperazione di non poter salvare la prima casa dai debiti ricorrono a gesti estremi.

Spesso accomunati da un identikit: pensionati o quasi, una vita di sacrifici per farsi la casa, poi tutto inghiottito nel gorgo dei soldi che non bastano più…

Per la famiglia l’apocalisse era inizia sei anni prima con un decreto ingiuntivo del tribunale di Firenze: colpa di un prestito bancario saldato solo in parte, l’intoppo arriva – anche per via di seri problemi di salute – quando restano da pagare 4mila euro, poi lievitati a 10mila con spese legali e interessi.

La valanga s’ingrossa con l’inserimento sia di Equitalia (ora Agenzia Entrate Riscossione) sia della banca che ha prestato i soldi per la casa.

I parenti, l’avvocato, gli amici nei primi tempi erano lì a tranquillizzare la coppia.

  • “Figuratevi se per 4000 euro vi portano via la casa”
  • “State tranquilli, non si possono portare via la prima casa”
  • “La prima casa non può essere toccata”

Bei consigli, ma la verità, come sai, è ben diversa…

E qualche mese più tardi i giornali titolavano così.

I consigli di amici e parenti fanno sempre piacere, ma ci sono volte in cui sarebbe meglio non fidarsi ciecamente di quello che dicono persone che di certo non vantano grande esperienza nel settore, anche se è proprio ciò che vorresti sentirti dire.

Lo stesso vale per alcuni (non tutti, per fortuna) avvocati a cui potresti rivolgerti.

La prima casa non è pignorabile, ti dicono… ma sarà vero?

Peccato che l’evidenza dei fatti sia sotto gli occhi di tutti anche se certi professionisti professano soluzioni e promettono cose impossibili.

Il fallimento di Sergio Bramini

È proprio di queste settimane il caso dell’imprenditore monzese salito suo malgrado agli onori della cronaca per essere stato sfrattato, pur vantando un credito di 4 milioni di euro nei confronti dello Stato.

Bramini aveva dichiarato fallimento nel 2011 per i troppi debiti contratti con le banche. Anche se la sua impresa era in salute, con un credito vantato di 4,23 milioni di euro nei confronti di società pubbliche.

Il fatturato mensile della sua società poteva raggiungere anche i 350mila euro al mese ma per più di cinque anni ha dovuto emettere fatture, e pagare l’Iva connessa, senza però riscuoterle.

A non pagare sono stati diversi Comuni con cui ha lavorato, in particolare il consorzio Ato Ragusa Ambiente che non ha saldato fatture per più di 2 milioni di euro. Costretto a lavorare dalla legge senza poter essere pagato per anni, poiché la sospensione della raccolta rifiuti è di fatto una interruzione di pubblico servizio, si è visto costretto ad accendere due mutui per 500mila euro su casa e uffici per fronteggiare le spese e i debiti.

Nel 2011 ha portato i libri della sua società in tribunale pur vantando un credito di 4 milioni di euro nei confronti dello Stato.

Per il suo caso si è mobilitato chiunque, soprattutto dopo che è finito in prima serata grazie ad un servizio delle Iene di Alessandro De Giuseppe.

Per il suo sfratto ingiusto, Bramini si è trasformato da caso mediatico a caso politico

Andrea Crippa, deputato della Lega, ad aprile 2018 aveva reso noto di aver spostato il suo domicilio parlamentare a casa. Una decisione presa bissando quanto intrapreso dal collega dei 5 Stelle Gianmarco Corbetta. Con questa manovra i due parlamentari volevano impedire il pignoramento dell’abitazione, deciso dal Tribunale fallimentare di Monza appellandosi all’articolo 68 della Costituzione che tutela l’inviolabilità del domicilio parlamentare

“Ogni intromissione da parte di terzi, che preveda perquisizioni, espropri o sequestri, dovrà essere soggetta a preventiva autorizzazione da parte della Camera dei Deputati, pena la lesione della libertà difesa dall’articolo 68 della Costituzione”.

Perfino entrambi i neo Vicepresidenti del Consigli dei Ministri, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, si erano interessati in prima persona al caso.

Era partita anche una colletta di solidarietà tra imprenditori per salvare la casa del povero Bramini.

La storia di Sergio Bramini, costretto a perdere la casa per colpa dello Stato, è apparsa su ogni giornale, quotidiano, tg e programma d’inchiesta per settimane.

Una folla di manifestanti presidiava addirittura la sua casa per difendere l’imprenditore dallo sfratto.

Le Iene si erano fatte portavoce del suo appello agli ex ministri Minniti, Padoan, Calenda e Madia, insieme all’ex primo ministro Gentiloni, con la speranza che sospendessero lo sloggio e cercassero una soluzione definitiva.

Ma tutti gli appelli al Governo sono caduti nel vuoto.

Lo sfratto definitivo di Sergio Bramini da casa sua

Il 18 maggio 2018 l’imprenditore fallito anche se vantava 4 milioni di euro di crediti dallo Stato, ha dovuto lasciare la sua abitazione con tutta la famiglia.

Dopo una giornata di speranze e di tensioni tra la folla che si era radunata e le forze dell’ordine in assetto antisommossa, la famiglia Bramini è dovuta sloggiare.

Abbandona la casa “a testa alta”, uscendo per l’ultima volta, tra gli applausi, dai cancelli dall’abitazione dove aveva vissuto per 27 anni.

Non entrerò nel merito di chi è la colpa di ciò che è accuduto, né di quello che si sarebbe potuto fare.

Non è ciò che ti deve interessare in questa sede.

Quello che devi ricordarti è che ogni volta che amici, parenti o avvocati ti dicono che la tua casa è al sicuro e non può essere pignorata… beh, stanno facendo un grossissimo errore!

Un errore che, se gli darai corda, potrebbe farti perdere la casa per meno di metà del suo valore, quando invece la sua vendita sarebbe potuta bastare per ripianare tutti i tuoi debiti.

In Italia ci sono dieci, cento, mille Bramini che ogni giorno vengono sistematicamente ignorati dai media e dalle istituzioni.

Puoi:

  1. avere tutte le ragioni del mondo;
  2. vantare tutti i crediti che vuoi;
  3. far scendere in campo la politica;
  4. chiedere aiuto ai media;
  5. far diventare il tuo un caso nazionale…

…ma se ti dicono che devi sloggiare, non c’è niente che tu possa fare!

Te ne devi andare.

Devi abbandonare quella casa dove forse conservi i tuoi ricordi più preziosi e se non lo fai di tua volontà ci pensano le forze dell’ordine a buttarti in strada, sotto gli occhi di vicini e curiosi che ti guardano e ti giudicano.

La verità è che se non ci è riuscito Bramini a fermare lo sfratto, con il supporto di tutto il mondo politico e mediatico alle spalle, che speranze hai tu, un onesto sconosciuto, di riuscirci?

Permettimi di essere brutalmente sincero e onesto.

La risposta è: NESSUNA.

Una volta che la tua casa è stata pignorata devi rassegnarti ad abbandonarla

MA…

La differenza sta tutta nel come lascerai la tua casa.

Puoi perderla all’asta, per meno di metà del suo valore, rimanendo coperto dai debiti.

Oppure puoi far si che il suo sacrificio valga a ripagare tutti i soldi che ancora devi ai tuoi creditori.

Perché perdere casa è brutto, lo so bene. Ma perderla all’asta per metà del suo valore, rimanendo pieno di debiti da pagare è molto, molto peggio.

Potrebbero pignorati anche parte dello stipendio o potrebbero rivalersi sulla casa di chi ti ha fatto da garante.

Non vuoi essere costretto a vedere anche i tuoi genitori, tuoi garanti per il debito che hai contratto, subire la tua stessa sorte ed essere costretti a perdere la casa, vero?

Invece è proprio quello che rischi.

In questi casi vai incontro a quella che io chiamo “morte finanziaria”, cioè l’impossibilità di risollevarti dopo aver contratto un debito.

  • Ti servono soldi per riparare l’auto? Non ne avrai.
  • Ti serve un nuovo frigo? Non li avrai nemmeno per quello.
  • Un condizionatore per il caldo atroce dell’estate italiana? Nisba!

Sei veramente ancora disposto ad andare incontro a tutto questo nella speranza che nessuno ti porterà mai via la casa?

Dopo aver letto questo articolo spero che avrai capito come stanno VERAMENTE le cose in Italia.

La prima casa è a tutti gli effetti pignorabile. Quando questo succede, i creditori non guardano in faccia a nessuno per riprendere i loro soldi.

L’unica cosa che puoi fare è evitare di perderla per quattro spiccioli.

Facciamo in modo che la sua vendita sia sufficiente a ripianare TUTTI i tuoi debiti.

Ti stai chiedendo come questo è possibile?

Sono William Cappa lo specialista dello pignoramento della casa.

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